Si è occupato nella lotta alla mafia e camorra, nella lotta contro il terrorismo: è stato il giudice istruttore dei più importanti casi di terrorismo, tra cui il rapimento di Aldo Moro (1978), l'attentato al papa Giovanni Paolo II (1981), l'omicidio del vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Vittorio Bachelet, e dei giudici Riccardo Palma e Girolamo Tartaglione. Si occupa anche nella difesa dei diritti umani.
E’ stato anche l’avvocato della famiglia di Emanuela Orlandi, la quindicenne fìglia di Ercole, messo pontificio, rapita nel 1983 dall’organizzazione dei Lupi Grigi di Ali Agca, l’attentatore di Giovanni Paolo II.
È lo scopritore della pista bulgara in Europa e delle connessioni internazionali del terrorismo.
Dopo essersi laureato in giurisprudenza all'Università di Napoli nel 1959, nel 1962 diventa vice-commissario di Polizia e viene destinato prima a Brescia e poi a Forlì.
Nel 1963 torna a Roma come funzionario del Ministero del Tesoro, dove lavora per un anno.
Nel 1964 diventa magistrato.
Si occupa di processi contro mafia e camorra.
Tra gli altri istruisce il caso di Michele Sindona, il banchiere siciliano legato a Cosa Nostra, accusato di bancarotta fraudolenta per il fallimento di banche italiane e straniere.
Nel 1981 istruisce il processo alla Banda della Magliana, una agenzia criminale legata a Cosa Nostra, al terrorismo, ad alti prelati, a finanzieri, a usurai, costruttori, a politici ed amministratori.
Nel 1983, il fratello Franco viene ucciso per una vendetta trasversale.
Nel 1984 viene designato come rappresentante dell'Italia a Strasburgo per i problemi del terrorismo internazionale con abuso delle immunità diplomatiche e redige la "mozione finale" approvata all'unanimità dai rappresentanti dei 16 paesi dell'Europa.
Nel 1986, dopo che le continue minacce di Cosa Nostra gli fanno lasciare la magistratura, divenendo consulente legale delle Nazioni Unite nella lotta alla droga.
Si reca più volte, per incarico dell'ONU, nei paesi dell'America Latina per i programmi di rafforzamento del sistema legale dei paesi afflitti dal narcotraffico.
Prepara per conto delle Nazioni Unite diversi programmi di addestramento dei giudici colombiani, boliviani, peruviani ed ecuadoriani.
Ad un programma che si svolge in Italia, partecipano, tra gli altri, Giovanni Falcone, Gianni De Gennaro, Rosario Priore, Giancarlo Caselli ed il Generale dei Carabinieri Mario Mori.
Si occupa di diritti umani e dei principi del giusto processo in America Latina, ove, per incarico del Dipartimento degli Stati Uniti, svolge una importante missione in Perù, con il prof. Carlos Arslanian, Ministro della Giustizia dello Stato di Buenos Aires, e con il prof. Robert Goldman, della George Washington University .
Nel 1987, come indipendente di sinistra, Imposimato viene eletto al Senato della Repubblica, e nel 1992 alla Camera dei Deputati.
Nel 1994 viene eletto al Senato.
Per tre legislature è membro della Commissione Antimafia.
Presenta numerosi disegni di legge sulla riforma dei servizi segreti, sugli appalti pubblici, sui trapianti, sui sequestri di persona, sui pentiti, sul terrorismo, sulla dissociazione.
È stato membro della Suprema Corte di Cassazione, dove raggiunge il grado di Presidente onorario aggiunto della Suprema Corte.
È stato Presidente della TRIO internazionale (Transplant Recipient international Organization).
È direttore dell'osservatorio dell'Eurispes sulla criminalità organizzata in Italia.
Si occupa frequentemente di errori giudiziari, tra cui la condanna di tre ragazzi di Ponticelli per un duplice omicidio di due bambine.
È collaboratore e consulente di Don Pierino Gelmini, direttore di 150 comunità terapeutiche per il recupero di tossicodipendenti, in Italia ed all'estero.
Si occupa del lavoro dei detenuti per la comunità in collegamento con l'associazione "Liberi di San Vittore".
Nel 1984 viene designato dalla rivista francese Le Point Uomo dell'Anno-Giudice Coraggio e riceve il premio dedicato a Carlo Alberto Dalla Chiesa per avere proseguito le sue battaglie al servizio della giustizia nonostante le minacce ricevute e l'assassinio del fratello.
Nel 1985 il Times di Londra gli dedica una intera pagina definendolo lo scudisciatore della mafia.
La rivista "Reader's digest" gli dedica un servizio per le sue inchieste su terrorismo e mafia.
Nel 1985 un libro dell'ONU lo sceglie, nell'anno della gioventù, come "Il Simbolo della Giustizia".
Nel 1986 scrive sei soggetti cinematografici per la RAI, i film vengono prodotti da una co-produzione tra le televisioni di Italia, Francia, Germania, Austria e Spagna.
Si tratta di sei storie giudiziarie, dal titolo “Il giudice istruttore”, che raccontano alcune delle inchieste condotte da Imposimato. In esse é ricorrente il problema della fallacia della giustizia per la inafferrabilità della verità reale e la contraddizione tra verità processuale e verità reale.
Attualmente collabora, in qualità di giudice arbitro, con la nota trasmissione televisiva di Canale 5 "Forum".
Ha pubblicato diversi libri tra cui: “Terrorismo internazionale”, “Corruzione ad alta velocità”, “Vaticano un Affare di Stato”, “La grande menzogna”, “Doveva morire”,
Alcuni libri non sono stati pubblicati in Italia, ma sono stati tradotti e diffusi all'estero, come “Un Juge en Italie”.